19_Il Linguaggio progettuale: contemporaneo, moderno e classico.

Ogni Progetto di Architettura (come del resto ogni manufatto umano di cui è l’espressione virtuale) è portatore sano di un linguaggio sul quale incidono sia le necessità del Cliente, sia la preparazione culturale del Progettista che l’ambiente circostante naturale, storico, sociale e commerciale nel quale siamo tutti immersi. Tale Linguaggio molto sinteticamente è distinguibile soprattutto in area funzionale – spaziale o estetico – decorativa ed è rintracciabile ad esempio nell’abile distribuzione delle strutture dello spazio da parte del tecnico nella definizione tipologica dei manufatti architettonici o per l’uso sapiente di materiali, luci e colori per definirne il carattere curandone la pelle, linguaggio che genericamente può essere classificato con i termini contemporaneo, moderno oppure classico pur essendo in realtà sempre emanazione dello spirito del tempo e talvolta, più profondamente, della propria sacralità riconducibile all’Amore cristiano !

Ovviamente come tutti sanno si intende per contemporaneo un linguaggio estetico funzionale più asciutto, minimale e di tendenza che strizza l’occhio al nuovo mondo robotico – digitale in evoluzione nel quale oggi tutti siamo immersi, per quello moderno un linguaggio prevalentemente razionalista o proto razionalista dei primi decenni del novecento e per classico quello di matrice più antica e per alcuni molto più rassicurante figlio del neoclassicismo, in pratica di Vitruvio, linguaggio operativo prima che il mondo e la sua Architettura cambiasse del tutto a causa della prima e della seconda rivoluzione industriale !

In generale personalmente amo molto la contemporaneità ed il linguaggio moderno, ma più in generale ritengo che tale linguaggio debba necessariamente non solo assecondare scenograficamente l’apparire ma soprattutto rappresentare il nostro “essere” ovvero vivere delle scelte profonde e sacre di ogni individuo più che consapevole operoso ed in Cammino con Carità e misericordia !

Quando infatti evitiamo di circondarci del vuoto dell’apparenza ma ci circondiamo di vero senso profondo valorizzando il nostro essere e la sua Verità che è Amore anche il linguaggio classico a mio avviso, pur nato in un tempo lontano, può trovare nuova Vita ed essere reinterpretato assecondando lo spirito del tempo, contribuendo alla definizione funzionale ed estetica del nostro habitat nel quale a maggior ragione è possibile riconoscersi, discorso valido sia alla macro scala urbana che alla micro scala di ogni interno (qui in oggetto), residenziale o commerciale che sia.

Amo considerare il Progetto ed il suo linguaggio inteso in senso etico come valido strumento per governare le trasformazioni nella realtà che ci circonda nel rispetto della sacralità del corpo (…tempio dello Spirito !) e del suo essere analogico.

Pur apprezzando l’opportunità delle trasformazioni digitali e robotiche in atto guardo con diffidenza la “bolla” dei vuoti metaversi e dei loro algoritmi nel quale spesso chi ci governa ed opera tale digitalizzazione vuole chiudere ognuno di noi atrofizzando le nostre menti, la nostra Vita ed i nostri cuori !

Voglio sperare in un mondo antropico, materiale e spirituale, che, seppur digitalmente, evolva in un piccolo paradiso terrestre di cui l’Architettura ed i suoi sani valori (…in primis il Bene comune !) in simbiosi con la Natura tutta possa essere parte, un mondo nuovo disegnato e realizzato da noi semplici ma sacre creature in comunione consapevole o inconsapevole con Cristo, nostro unico e vero Maestro, tutte operose ed in cammino verso la Vita vera che, nell’ora che non conosciamo, al compimento dei tempi, solo in Dio e quindi in Gesù troverà pienezza !