Nell’ articolo precedente abbiamo parlato del software CAD per antonomasia ovvero di AutoCAD e del suo omonimo più democratico ma meno performante ovvero Intellicad ed abbiamo visto come questi strumenti abbiano sostituito in pratica gli attrezzi da lavoro dell’ architetto consentendogli una liberazione dalla pratica amanuense immettendolo in una velocità produttiva mai vista prima consentita ovviamente dall’ uso del pc.
Si è parlato dei grafici bidimensionali ed abbiamo ribadito che l’ uso di questi software è nato principalmente per restituire in modo digitale piante, sezioni e prospetti.
Si è detto anche che con il suo sviluppo questi software hanno consentito di rappresentare l’ oggetto architettonico o di design anche tridimensionalmente.
Diciamo ora che con questi software e col computer è nato un nuovo modo di intendere il disegno tridimensionale che viene oggi costruito come un modello virtuale quasi come se costruissimo un plastico nella realtà, modello dal quale ricaviamo mediante l’ introduzione di camere e quindi punti di vista da noi scelti le assonometrie, le prospettive e soprattutto i rendering ed i walkthrough che ci occorrono per relazionare il nostro cliente, l’ impresa, l’ amministrazione pubblica o un semplice lettore sulla bontà del progetto da noi elaborato.
AutoCAD ed Intellicad sono oggi strumenti potentissimi capaci di generare linee, archi di circonferenza e quant’ altro occorre per la realizzazione dei nostri disegni bidimensionali e delle nostre tavole ma anche di generare superfici e solidi tridimensionali che con l’ uso di potenti modificatori consentono la realizzazione virtuale di ogni corpo architettonico indagandone in modo analitico le parti con modalità nuove e portentose rispetto al passato del quale rimpiangiamo solo una maggiore umanità ed armonia di gesti.
Tra gli strumenti che col tempo si sono succeduti nel panorama informatico si è distinto certamente dopo AutoCAD il software Sketch Up sviluppato dal colosso Google ed oggi da Trimble, software che ha reso la costruzione di un modello tridimensionale e la sua comunicazione un qualcosa di estremamente semplice e veloce conservando la potenza di calcolo dei software più blasonati che col tempo hanno integrato AutoCAD nella cassetta degli attrezzi dell’ architetto consentendogli un ulteriore salto di qualità e snellendo di fatto il suo complesso lavoro di creativo.
Sketch Up è infatti un software con il quale in modo estremamente semplice possiamo concepire e rappresentare i nostri progetti tridimensionali di architettura o design e comunicarli velocemente con tutti, uno strumento per sviluppare concept con qualità grafica non eccellente ma estremamente efficace.
Il suo successo è stato dovuto oltre alla semplicità d’ uso alla sua capacità di dialogo con altri software e soprattutto alla diffusione nel passato di una versione gratuita ma non per questo meno potente che fino a qualche tempo fa era possibile usare anche per scopi commerciali.
Il difetto maggiore di questo strumento dicevamo consiste soprattutto nella mancanza di un motore interno di rendering che quindi non ci consente di produrre immagini con una resa fotorealistica ovviamente più performante in chiave comunicativa, tuttavia ben presto sul web si sono succeduti nuovi software sviluppati da terze parti che hanno integrato ed arricchito Sketch Up anche di questa possibilità tra i quali citiamo Kerkythea, motore di rendering gratuito e potente ancora oggi in grado di competere con gli strumenti che successivamente si sono succeduti come thea render e Vray.
Sketch Up di fatto è un software che lavora con le superfici e raccogliendo queste in insiemi di superfici riproduce oggetti solidi tridimensionali.
I suoi comandi non fanno altro che sviluppare partendo dalla linea, gruppi di linee chiuse e da figure semplici come circonferenze e poligoni queste superfici che raccolte anche loro in gruppi e componenti, mediante l’ uso di semplici modificatori , consentono di costruire e controllare oggetti molto complessi ricostruendo di fatto qualunque cosa ci circondi nella realtà.
La qualità grafica consente varie modalità espressive, da quella ombreggiata mediante l’ uso di materiali a quella che riproduce il tipico disegno a schizzo, ma sempre con uno stile direi fumettistico anche se molto originale, mai fotorealistico.
E’ possibile scegliere e memorizzare punti di vista nella scena come se inserissimo camere all’ interno dello spazio virtuale, controllandone distanza focale, zoom, posizione e quant’ altro, esportare immagini ad esempio in formato jpg e video animazioni a partire da sequenze di camere posizionate all’ interno o all’ esterno dell’ oggetto architettonico ricostruendo veri e propri walkthrough architettonici con la modalità stilistica scelta, filmati da salvare sotto forma di file per renderli riproducibili sui vari player nei formati a noi tutti noti come ad esempio l’ avi.
Quello che mancava a Sketch Up dicevamo è stato integrato da altri software come Kerkythea, strumento che ha avuto molto successo soprattutto per il fatto di essere gratuito ed eccezionalmente potente. Il software è nato in Grecia ed il suo successore thea render, evolutosi tecnologicamente, pur essendo economicamente alla portata di tutti non fa rimpiangere software più blasonati come Vray, attualmente vera e propria eccellenza nel settore per fedeltà fotorealistica e velocità.
Con Kerkythea, ancora oggi disponibile sul web, possiamo rappresentare con qualità fotorealistica apprezzabile i nostri lavori di interior design e di design, consentendoci con strumenti apparentemente poveri e a buon mercato di procedere egregiamente nel nostro lavoro professionale o di ricerca sul campo.
In pratica, sintetizzando al massimo, come ogni motore di rendering anche kerkythea, dopo un ottima modellazione tridimensionale sviluppata in Sketch Up, proiettando mappe sotto forma di immagini sulle superfici dei solidi virtuali da noi disegnati, calcolando il comportamento di ogni materiale illuminato da una o più fonti di luce in funzione di parametri come ad esempio la diffusione, la riflessione, la trasparenza e la rugosità, considerando l’ interazione tra gli oggetti e quindi tra i materiali di cui sono fatti i solidi posti nella scena illuminata, calcolando il comportamento delle varie fonti di luce naturale e/o artificiale e quindi ad esempio l’ intensità e la caduta nello spazio virtuale delle fonti di luce, in tempi più o meno lunghi a seconda della complessità di calcolo cui sottoponiamo il software, riproduce fotografie virtuali più o meno fotorealistiche del progetto di interni, di architettura o di design da noi elaborato.
Rimandando il lettore sul web per rintracciare informazioni sulle modalità d’uso di carattere tecnico dei software in questione, ribadiamo che un buon tiralinee magari opensource o ancor meglio Intellicad o AutoCAD che salvi i grafici bidimensionali in formato dwg o dxf, software capaci quindi di interagire con Sketch Up utilizzato magari in versione freeware gratuita per restituire a partire dai nostri grafici 2D il modello tridimensionale del nostro progetto, consigliamo in tal senso la versione 6.0 di Google, unitamente all’ ultima versione di kerkythea presente sul mercato per una restituzione fotorealistica del modello tridimensionale dai punti di vista interni o esterni da noi scelti, sono la dotazione minima consigliata a tutti per procedere in modo concreto nelle esercitazioni progettuali o lavori professionali sul campo, utenti che imparando l’ uso integrato dei tre software, CAD per il 2D, Sketch Up per il 3D e Kerkythea per i rendering, saranno immersi concretamente e con entusiasmo anche se per il momento solo virtualmente nella dimensione creativa della progettazione architettonica d’ interni e di ogni forma di design.